Monday, September 02, 2013


Racconti per immagini
di Nicolò D'Alessandro

“Penso che un fotografo, scrive Sellerio, che sia realmente tale non può che essere uno scrittore che si esprime per immagini”. Da quasi mezzo secolo Melo Minnella racconta la sua Sicilia. Lo fa con la forza e la passione dell’innamorato. Con occhio sapiente e colto indaga, attraverso il linguaggio privilegiato della fotografia, gli aspetti più veri della realtà dell’isola. Un sottile legame imparenta le fotografie di Melo Minnella a quelle del grande fotografo, nostro amico comune, da poco scomparso, Enzo Sellerio; a quell’intelligenza e cultura fotografica che ha determinato la formazione di una vera e propria scuola siciliana da Fosco Maraini, Vittorio Ugo Contino a Enzo Sellerio, Gianni Narzisi, Nino Teresi, Ettore Martinez, Nicola Scafidi, ed ancora Melo Minnella, Giuseppe Leone, Ferdinando Scianna, Letizia Battaglia. Sino alle generazioni successive di Carmelo Bongiorno, Carmelo Nicosia, Sandro Scalia, nati tra gli anni cinquanta e sessanta.
La mostra “Sicilia Vintage 1960”, a Piazza Armerina, raccoglie solo un breve periodo della vasta produzione fotografica di Minnella che ben evidenzia il contesto storico e le sue non comuni doti analitiche e di osservazione della realtà. Appaiono quasi un frammento di un racconto intensamente poetico ed inesauribile nella sua enunciazione immaginativa, tra estetica e reportage sociale. Inducono alla nostalgia, alla memoria, alla delicatezza del ricordo. Molte fotografie sono indimenticabili, fanno parte ormai dell’immaginario collettivo. Appartengono ad un momento storico, direi fondamentale, per la fotografia in Sicilia che assume il ruolo di analisi di una società che si trasformerà da lì a poco.
Seppur per sommi capi la mostra restituisce l’immagine, quasi come citazioni letterarie di una Sicilia ormai trasformata, ma pur sempre valida a ritrarre gli elementi visibili di una realtà immutabile tra memoria e racconto, tra analisi sociale ed estetica, tra suggestione e memoria, tra sentimento e valori umani.
L’anima profonda di una Sicilia ben descritta dalle più belle e impietose pagine della letteratura, ben evidenziata tra l’altro dalla cultura figurativa, vive con forza nelle foto di Melo Minnella, tra la storia e la poesia. Riecheggiano di quegli anni le lotte di Danilo Dolci. Le straordinarie pagine da Brancati a Sciascia, da Bufalino a Collura. Si respira quel clima tra mito e storia ben raccontati da Vittorini e Guttuso, tra realtà popolare e cultura contadina degli anni sessanta.

Saturday, June 08, 2013


Lo sguardo e l’attesa
di Nicolò D’Alessandro



La sensazione più immediata, osservando i lavori, è che ci si ritrovi non di fronte a dei quadri dipinti ad olio in chiave iperrealistica ma ad ingrandimenti in digitale di frammenti filmici o di fotografie. I soggetti ritratti non sono i veri protagonisti ma personaggi presi in prestito per raccontare la quotidianità rappresentata dalle immagini in posa. Più che di taglio fotografico bisogna parlare d’inquadratura. Di una sofisticata storyboard, sceneggiatura disegnata, ovvero della visualizzazione di un’idea di regìa, nella sua complessa pittoricità. Opere che rimandano ad una storia finale ma non necessariamente.
Mi sono chiesto se la pittura di Salvatore Alessi esprima elementi di riconoscibilità del luogo di provenienza e sino a che punto i suoi luminosissimi ed essenziali quadri c’entrino con la Sicilia. C’entrano e come! Penso ad Antonello da Messina e ai suoi sguardi che scrutano, indagano, coinvolgono, creano sensi di colpa, pongono domande. Mai pittore fu più siciliano di Antonello. Mai più fu descritto, con la pittura, il senso più vero e profondo del carattere isolano. Credo che il percorso di ricerca scelto dal pittore si muova su questo assunto. Ne cerca, con fatica e inusuale rigore, le tracce. Vuole realizzare una pittura di scavo non di superfice. Nessuna piacevolezza, nessuna concessione all’esteticità della “bella pittura”.  Vuole, di contro, andare in profondità, per capire. Dipingere per conoscere, non per affermare. In tale condizione operativa appare conseguente l’aspirazione ad una cultura che chiede, a gran voce, risposte ai quesiti del nostro tempo, alle contraddizioni della nostra civiltà.
Le opere dell’artista ostentatamente teatralizzano il problema del doppio. Precisano le attese dell’uomo e rendono equivocabili le sue doppiezze. L’uomo si trova costretto a dialogare con l’altro da se. L’ambigua realtà dello specchio, degli specchi, rimanda lo sguardo agli sguardi. Alcuni sono interrogativi, altri appaiono persi nei pensieri più inespressi. Gli occhi resi dalla fissità fortemente criptici, ci guardano, ci scrutano. Il magnetismo interrogativo, soprattutto l’invariabilità degli sguardi, rimanda agli aspetti più inquietanti della cultura e dell’anima siciliana. Ed è difficile evitare gli sguardi dei suoi misteriosi ipnotici ritratti di amici e conoscenti. Coincidono con quelli di tutti gli altri uomini che furtivi o insistenti comunicano qualcosa o assolutamente niente negli autobus, nei treni, negli ascensori, in quegli spazi chiusi cioè che portano le persone a confrontarsi, interrogarsi soprattutto con gli occhi. Sguardi che si esprimono nel disagio del non conoscersi affatto, sguardi che vogliono intuire e capire chi ci si ritrova davanti. Quanta umanità negata dimora in uno sguardo sconosciuto, se non viene espressa dalla conoscenza e dalla parola. Potrebbero essere sguardi nemici? Sottendere pericoli? Forse. L’impianto pittorico viene sapientemente apparecchiato in un innaturale clima di silenzi. Il silenzio che coincide con l’attesa, con la realtà sconosciuta e ambigua, fonte inevitabile di umanissima inquietudine. Nei suoi provocatori racconti quanti elementi sconosciuti si evidenziano! Le stanze si sovrappongono, diventano labirinto, luoghi ambigui da attraversare in tutta fretta. Stanze alle cui pareti ci sono specchi postati per misurare la propria fisicità, per certificare l’esistenza in vita dei personaggi. Finestre enormi, aperte, sottendono spazi sconosciuti. C’è soprattutto aria di spavento e di attesa, attorno.


Palermo, 2 giugno 2013

Tuesday, November 20, 2012

Museo del Disegno

A Palermo opera il Museo del Disegno. Il fondo formativo raccoglie già tremila lavori. Il Museo riveste anche la funzione espositiva temporanea e permanente. È aperto tutti i giorni per appuntamento. Prenotazioni: 091322030




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Saturday, June 04, 2011

Friday, April 01, 2011

Scritture, Torri di Babele e altre icone perdute

Sunday, December 06, 2009

Nicolò D'Alessandro incontra i suoi lettori

Friday, November 06, 2009

in corso di pubblicazione per l'editore Coppola.

I racconti:
La Guardatrice dell'acqua, Innamorato di un'alga,
Il sedici del mese di, Il collezionista di perle.

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